La Riserva Naturale dello Stagnone
Abbiamo raccolto per voi una serie di località turistiche che meritano di essere visitate. La Sicilia è una terra stupenda, guardate cosa si può trovare nei pressi della Laguna dello Stagnone e della nostra scuola di kitesurf.
Mozia
Mothia fu un’antica città fenicia sita sull’Isola di San Pantaleo e si estende per 40 ettari all’interno della Riserva delle Isole dello Stagnone.
Fu distrutta da Dionisio di Siracusa, ripresa poi dai Cartaginesi e successivamente dai Romani. Nell’undicesimo secolo fu ceduta dai Normanni ai monaci basiliani di Palermo che la ribattezzarono San Pantaleo.
Ma fu soltanto nel 1906 che iniziarono le prime campagne di scavi promosse da Joseph Whitaker, archeologo inglese, il quale acquistò l’isola e creò la “Fondazione Whitaker” con lo scopo di portare alla luce i resti dell’antica civiltà fenicio-punica.
Furono rinvenute la necropoli arcaica, il santuario fenicio-punico del Cappiddazzu, la Casa dei Mosaici, il Tofet e le zone di Porta Sud, Porta Nord e della Casermetta.
La Fondazione custodisce inoltre il museo con i principali reperti rinvenuti e la famosa statua in marmo dell’Auriga di Mozia.
Nell’antichità, una strada collegava la terraferma all’Isola. Oggi, la stessa via risulta sommersa per via dell’innalzamento del livello dell’acqua e dei detriti, ma navigando all’interno della laguna è possibile avvistare i massi dell’antica strada.
Consigli
E’ possibile visitare l’Isola e il museo in giornata utilizzando l’Imbarcadero Saline Infersa (Mozia Line, dove si trova il Bar Mamma Caura), il quale effettua la traversata andata e ritorno per l’isola di Mothia, l’isola lunga e l’escursione panoramica dell’intera Laguna dello Stagnone.
Durata della visita: 2-4 ORE


Le Saline e la Via del Mare
Le saline si trovano lungo la strada che da Trapani conduce a Marsala. Sono un’opera splendida, figlia del popolo fenicio, ovvero vasche d’acqua suddivise da sottili strisce di terra che formano una scacchiera irregolare e multicolore contornate da cumuli di sale e canali. Al centro delle saline è sito il caratteristico mulino a vento utilizzato ai tempi per il pompaggio dell’acqua e la macinazione del sale.
La laguna è caratterizzata da temperature elevate ed è battuta da venti di grande forza, i quali permettono l’evaporazione dell’acqua in questi speciali laghetti di acqua poco profonda con conseguente estrazione del sale marino che avviene ancora oggi.
Lo spettacolo è ancora più suggestivo in estate, al momento della raccolta, quando le tinte rosate dell’acqua nelle varie vasche si intensificano e le vasche più interne, ormai prosciugate, brillano al sole.
Consigli
Percorrere in auto la strada che costeggia lo Stagnone fino a raggiungere le antiche Saline di Ettore Infersa e Genna. Visitare il Museo del Sale (aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00) sito all’interno del mulino di Ettore Infersa . Godersi poi lo spettacolo del tramonto sulle saline sorseggiando un buon Marsala al punto ristoro Mamma Caura.
Visitare l’Isola Lunga fino a raggiungere una vasca dedicata alle immersioni rigeneranti, oppure sdraiarsi sulle dune di sale.
Durata della visita: 1-2 ore


Isole Egadi
La Riserva Naturale Marina Isole Egadi è un arcipelago formato dalle Isole di Favignana, Levanzo e Marettimo e diverse altre minori (Isole di Maraone, Formica, Isole dello Stagnone, di Galera, di Galeotta, di Prevetto e Faraglione) ed è l’area marina protetta più estesa d’Europa.
Ad una natura selvaggia ed incontaminata, si accompagnano un mare limpido e pescoso, coste frastagliate movimentate da scogliere a picco e cavità naturali, spiaggette candide, fondali lussureggianti ricchi di tracce di antiche civiltà del Mediterraneo, le quali sfruttarono le Isole come punti di appoggio per i traffici commerciali, come basi militari e punti di vedetta.
Le Isole ed i loro unici ecosistemi accolgono una rigogliosa macchia mediterranea caratterizzata da una grande varietà di uccelli stanziali e migratori, essendo poste lungo la principale rotta migratoria Europa-Africa, ed una flora e fauna uniche
Consigli
Da Trapani e Marsala partono ogni giorno traghetti che portano alle Isole di Favignana, Levanzo e Marettimo con la possibilità, una volta arrivati sul posto, di noleggiare bici o motorini per fare il giro dell’Isola. Favignana è l’isola più vicina ed anche la più facile da girare in questo modo al contrario Marettimo è la più lontana e selvaggia e si esplora principalmente a piedi seguendo sentieri guidati con viste mozzafiato.
Dalla spiaggia di San Teodoro, se siete un gruppo di persone, è possibile noleggiare un gommone con skipper per l’intera giornata, raggiungendo così le calette via mare e visitando i posti più nascosti delle Isole.
Durata della visita: Una giornata circa


Erice
Erice è conosciuta per il suo borgo incantevole, i paesaggi mozzafiato, i dolci e le ceramiche tipiche
Secondo gli storici, fu fondata dagli esuli troiani, e insieme a Segesta, Erice era la città più importante degli Elimi, in particolare la capitale religiosa.
Durante la prima guerra punica, il generale cartaginese Amilcare ne dispose la fortificazione trasferendo parte degli ericini a valle (da qui la fondazione Drepanum, l’odierna Trapani). In epoca romana fu venerata la “Venere Ericina”, prima dea mitotlogica romana ache somigliava alla greca Afrodite.
Il tempio di Venere fu un punto di riferimento per marinai e pellegrini. Essi venivano guidati nel mediterraneo dal fuoco sacro che le ancelle della dea tenevano acceso. Sui resti di quel tempio nacque nel XII sec. Il Castello di Venere, suggestiva opera normanna, che rappresenta oggi uno dei simboli di Erice.
La splendida Chiesa Madre (detta Matrice), le altre numerose chiese, la piazzetta, le strade selciate e le botteghe artigiane, contribuiscono a creare un´atmosfera magica e a immergere il visitatore nel Medioevo.
Oggi Erice è conosciuta anche per la tradizione artigianale e gastronomica: ceramiche ericini, tappeti realizzati su vecchi telai, dolci di mandorle e genovesi, preparati secondo le usanze tradizionali.
Consigli
La città di Erice non è molto grande, ma richiede una visita piuttosto lunga.
Dedicate del tempo a percorrere le strette vie che intersecano nella città, visitando il castello e assaggiando i dolci locali.
Al tramonto, potrete ammirare il sole scomparire nel mare in fronte a Trapani, regalando panorami dai colori caldi e variopinti.
Durata della visita:2-4 ore


Riserva dello Zingaro
Nel tratto di costa che va da San vito lo Capo a Castellammare del Golfo, si estende la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro (la prima istituita nel 1981 dalla Regione Sicilia), un’alternanza di alte pareti di roccia che sprofondano nel blu e di insenature degradanti dolcemente verso il mare, intervallate da numerose calette tutte da scoprire. Il mare che si tinge di inattesi toni di verde e di azzurro e gli scogli appuntiti che separano le diverse spiaggette.
Vi ritrovere immersi in un ambiente naturale dal fascino selvaggio, sentieri che si snodano tra ciuffi di palme nane e macchie di rosmarino, grotte che si aprono all’improvviso e baie caraibiche pavimentate da candidi ciottoli. Le antiche case coloniche costruie sulla roccia si susseguono mischiandosi ai profumi e ai colori e sfoderando tutto il loro fascino.
Consigli
La riserva si visita a piedi (non esistono strade percorribili con l’auto) poichè nulla deve disturbare la quarantina di specie di uccelli che nidificano qui e la fauna endemica.
E’ perfettamente fruibile da tutti, ci sono tre percorsi: il primo corre lungo la costa da un limite all’altro della riserva ed anche il meno impegnativo, il secondo, un pò più faticoso, procede a zig zag incrociando la costa e le vette, mentre il terzo è riservato ai più sportivi e attrraversa tutto lo zingaro dall’alto al basso.Lungo i sentieri si può addirittura pernottare in vecchie case coloniche restaurate.
Per ammirare la bellezza della Riserva dal mare, si può noleggiare un gommone o decidere per un’escursione in barca con partenza da San vito lo Capo o Scopello.
E’ possibile visitare i 5 piccoli Musei presenti nella riserva (Museo Naturalistico, Museo delle Attività Marinare, Museo della Civiltà Contadina, Museo della Manna e Museo dell’intreccio).
Durata della visita: Mezza giornata circa


San Vito lo Capo
San Vito si affaccia sul mare e gode di spiagge di sabbia bianca e acque dal fascino caraibico. Il paese è incastonato tra la parete rocciosa della Piana dell’Egitarso e l’alto promontorio di Monte Monaco, da cui ammirare panorami indimenticabili.
Ci sono molti punti di interesse che meritano, indubbiamente, più di qualche ora di visita:
- La Spiaggia – Lunga quasi 3 km e più volte premiata con la Bandiera Blu, la lunga spiaggia di sabbia bianca affascina anche per la sua posizione, ai piedi dello splendido promontorio di Monte Monaco.
- Il Santuario – Nel cuore di san Vito si erge maestoso il Santuario-Fortezza. Costruito attorno alla piccola cappella dedicata a San Vito martire, questa costruzione servì originariamente a proteggere i numerosi fedeli dalle incursioni dei pirati che in quel periodo erano molto frequenti; oggi possiede al suo interno un piccolo ma prezioso Museo di Arredi Sacri.
- Cappella di Santa Crescenzia –Piccola cappella in stile moresco eretta in onore di Crescenzia, nutrice di San Vito. La leggenda narra che, in questo luogo, Crescenzia sia morta per lo spavento, dopo essersi girata per dare l’ultimo sguardo al suo villaggio, Conturrana, che stava crollando sotto una valanga. La contrada, infatti, prende il nome di Valanga. Poco distante da qui, sull’orlo di una parete rocciosa, si scorge un’antica torre, la Torre dell’Isulidda, una delle numerose torri di avvistamento siciliane.
- Il Faro – In funzione dal lontano 1° agosto del 1959 e voluto dai Borbone per rendere più sicura la navigazione alle imbarcazioni di passaggio. Il fato dona un certo fascino alla baia ed è sicuramente uno dei simboli più caratteristici di San Vito Lo Capo. Una passeggiata fin sotto la torre, alta 43 metri, è d’obbligo ed anche molto romantica.
Consigli
Per chi ama andare alla scoperta di spiaggette solitarie, lontane dalla folla, deve recarsi sulla Baia di Santa Margherita ( 10 minuti d’auto dal paese); imperdibile una visita all’antica Tonnara del Secco e alla splendida Riserva dello Zingaro, anche con escursioni in barca , con partenze giornaliere dal porto di San Vito.
Durata della visita: Mezza giornata


Segesta e le acque termali
Segesta è una città storica che si trova adagiata monte Bàrbaro, nel comune di Calatafimi-Segesta, a una decina di chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo.
Lo storico greco Tucidide narra che i profughi troiani, attraversando il Mar Mediterraneo, giunsero fino in Sicilia, dove fondarono Segesta ed Erice. Questi profughi presero il nome di Elimi. Essi mantennero rapporti con le civiltà limitrofe, ma cercando di avere sempre una autonomia che li portò a contrastare con i Greci in alleanza con i Punici e con questi ultimi in alleanza con Roma.
Segesta ben presto divenne una potente città che ebbe, pertanto, un rapporto quasi sempre conflittuale con Selinunte, forse anche per le rispettive posizioni geografiche contraddittorie. Fu per questa sua posizione politico-militare che ebbe rapporti quasi sempre amichevoli con i Punici. Ma, molto saggiamente, intuendo la nascente potenza romana, passò prestissimo dalla parte dei Romani, nel 260 a.C.. Fu grazie a questa mossa politica ed in nome delle comuni origini troiane che i Romani la esentarono dal pagamento di tributi e le diedero, inoltre, una certa autonomia politica e di controllo territoriale.
Gli elementi più significativi di Segesta sono il teatro, il tempio ed il santuario di contrada Mango. Essi rappresentano ovviamente le funzioni del culto, delle rappresentazioni e della politica. Delle altre componenti della città si conoscono le mura con l’articolata Porta di Valle, alcuni quartieri residenziali e alcuni monumenti pertinenti Segesta medievale (mura, castello, moschea e borgo sommitale). Il tempio ancora oggi viene periodicamente utilizzato per rappresentazioni teatrali.
A poca distanza dallo splendido Tempio è possibile fare visita alle Terme libere, situate in località Ponte Bagni. I troiani avrebbero scelto proprio questa zona per la costruzione della città per le proprietà salutari delle calde acque del suo territorio
Si tratta di alcune pozze di acqua calda sulfurea con una temperatura che si aggira intorno ai 46-47°, che affiorano direttamente dal Fiume Caldo, in piccole anse riparate, dove è più che piacevole fare dei bagni caldi. L’ area è ricoperta da tamerici e canne palustri ed è circondata da pareti verticali di roccia bianca striata di rosa e depositi di travertino. Nell’alveo del torrente ci sono blocchi di roccia, caduti da secoli, che creano piccole ma suggestive cascate.
La presenza di rocce molto permeabili nella zona permette alle acque di origine meteorica di essere assorbite in profondità; qui, la vicinanza del magma riscalda le acque termali che risalgono in superficie in più punti lungo il corso del fiume Caldo.
Consigli
Il paesaggio che circonda Segesta e l’abitato medievale di Calatafimi si presta perfettamente a escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike. Immersi nelle bellezze naturalistiche tipiche di questo territorio, con un panorama che va dal monte Sparagio al monte Inici, fino allo stupendo Golfo di Castellammare.
Per ammirare il sito archeologico consigliamo di iniziare dal tempio, ancora integro, continuando con il teatro del II secolo a.C., insieme ai resti di un edificio di età classica e ad un bouleterion ellenistico., Mentre un portico, un cortile lastricato e un colonnato segnano l’accesso a quella che fu l’agorà nell’età ellenistica e romana.
Nei pressi del teatro si trovano i resti di un villaggio di età musulmana con moschea e di insediamenti normanni e svevi, con un castello. In contrada Mango è possibile visitare anche i resti di un santuario risalente ai secoli VI-V a.C.
In zona, visitare le Polle del Crimiso, poichè rappresentano un’ottima opportunità di effettuare dei bagni termali senza spendere un euro, dato che la zona è libera e non presenta pericoli per chi decide di passare una giornata (per la notte si consiglia di portarsi dietro delle torce) all’aperto.
Durata della visita: 6 ore circa


Selinunte
Selinunte era un’antica città greca situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia nel comune di Castelvetrano; oggi costituisce il Parco archeologico più grande d’Europa.
Situata su di una spianata alta circa 30 metri s.l.m., Selinunte prende il nome dal Selinon , il sedano che tuttora vi cresce selvatico, divenuto simbolo della monetazione della città.
Selinunte era la colonia greca più occidentale della Sicilia, a diretto contatto con l’area occupata dai Cartaginesi; tutta la sua storia è condizionata da questa posizione di confine, fino al dissolvimento del problema con la conquista romana della Sicilia.
La zona archeologica di Selinunte è costituita dall’ Acropoli, dalla Collina orientale, dal pianoro di Contrada Manuzza, dal santuario della Malophoros in contrada Gaggera e da due Necropoli (Manicalunga e Galera Bagliazzo). Tutto il materiale per costruire i templi fu ricavato dalle Cave di Cusa. Molti edifici sono rovinati in seguito a sismi avvenuti in epoca medievale; tuttavia alcuni interventi di anastilosi hanno permesso di ricostruire quasi completamente il Tempio E (il cosiddetto tempio di Hera), e di rialzare in gran parte uno dei lati lunghi del Tempio C.
Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo. Fa eccezione l’opera più famosa, l’Efebo di Selinunte, che oggi è esposto presso il Museo Civico di Castelvetrano.
Consigli
Gita fuori porta da effettuare in giornata. i arriva al sito archeologico in auto e c’è la possibilità di parcheggiare nella zona della biglietteria. Sono presenti ampi spazi per parcheggiare ed è possibile spostarsi a piedi all’interno del sito
Si consigliano scarpe comode ed una macchina fotografica per immortalare le bellezze delle antiche rovine.
Durata delle visite:
- I templi della collina orientale (Lunghezza percorso: 400 m circa, durata 40 min.)
- I templi dell’Acropoli (Lunghezza percorso: 2,5 km circa, durata 1:30h)
- Collina orientale, Acropoli, Malophoros e collina della Manuzza (Lunghezza percorso: 5,5 km circa, durata 4:00 h)


Marsala
Marsala è famosa per lo sbarco di Garibaldi e dei Mille dell’11 maggio 1860 e per la produzione dell’omonimo vino Marsala, per cui, dal 1987, è Città del Vino. Sorge sulle rovine dell’antica città punica di Lilibeo ed è situata sul Capo Boeo della Trinacria. L’origine di Lilybaeum si fa risalire al 397 a.C ad opera dei Fenici di Mozia per poi passare in mano ai romani nel 241 a.C. e divenire uno dei centri più importanti del Mediterraneo. Con la fine dell’impero romano la città, conquistata dagli Arabi, fu ricostruita e le venne attribuito il nome Marsa-Alì (Porto di Alì), da cui deriva il suo nome attuale.
La crescita economica e demografica portò ad un importante sviluppo urbanistico, improntato al modello arabo. A partire dalla fine dell’XI secolo si susseguirono le dominazioni normanna, sveva, angioina e spagnola ed alla fine del Settecento, fu ancora una volta un arrivo dal mare a cambiarne le sorti: l’approdo dell’inglese John Woodhouse che “inventò” il vino marsala.
Marsala e il suo territorio rappresentano, nell’ambito della civiltà mediterranea un punto di partenza imprescindibile. Miti e leggende, eroi, popoli, grandi filosofi, artisti, letterati si sono avventurati in queste terre.
Consigli
Ecco qui elencate le principali mete turistiche della città:
- Visitate il centro storico, il cuore della città: Oggi se andate in piazza della Repubblica ( Piazza Loggia) avrete la possibilità di ammirare due delle quattro porte rimaste: Porta Garibaldi ( Portamare) e Porta Nuova; da lì potete iniziare il percorso per la visita del centro storico (interamente isola pedonale) e le sue bellezze: il Duomo ,la bellissima piazzetta Purgatorio con la fontana barocca e la chiesa del Purgatorio, i reperti archeologici della vecchia Lilybeo, il museo degli Arazzi fiamminghi, il Palazzo e la Pinacoteca Comunale ed infine il mercato, esempio di una presenza degli arabi resa evidente dalla sua architettura. L’Antico Mercato di giorno ospita i i pescatori che vendono i loro prodotti ittici appena pescati; la sera si trasforma in un punto di ritrovo grazie ai numerosi locali presenti.
- Visitate l’area archeologia di Capo Boeo dell’età imperiale romana la quale sorge sopra una sorgente d’acqua dolce: Grotta della Sibilla Lilibetana; questo antico luogo di culto, ispirato all’adorazione delle acque, diviene fonte battesimale e, identificato come dimora della Sibilla Sicula, meta di pellegrinaggio e di profezie.
- Visitate gli stabilimenti vinicoli (Cantine Florio e Cantine Pellegrino)
- Fate una passeggiata sul Lungomare Boreo e visitate i lidi intorno alla città (Lido Signorino)
- Non perdetevi i piatti tipici della tradizionale locale di Marsala: Cous Cous di pesce, pasta coi ricci di mare (non la trovate sui menu, la dovete chiedere),pasta al forno, panino con le panelle, pane cunzato, la rianata, e le arancine ( in provincia di Trapani si pronunciano al femminile); la brioscia con il gelato, la granita di limone e la cassata siciliana per il dolce.
Durata della visita: Variabile, una giornata circa


Scopello
Scopello, un incantevole villaggio estivo sulla costa occidentale della Sicilia, è situato nella frazione di Castellammare del Golfo, nella provincia di Trapani. Nonostante abbia solo poco più di cento abitanti, il borgo accoglie turisti ogni estate e le sue vie, altrimenti silenziose d’inverno, si animano di vita.
Negli anni ’70, importanti scavi archeologici hanno rivelato una delle necropoli mesolitiche più affascinanti di tutta l’Italia nella zona circostante Scopello. I primi abitanti giunti in questa zona dalla Asia Minore furono gli Elimi, i quali fondarono anche Erice e Segesta e si stabilirono lungo queste coste. La ricerca indica che il fiume di Guidaloca potrebbe essere stato il porto dell’antica città di Elima.
Resti di civiltà antichissime sono stati rinvenuti in tutta l’area intorno a Scopello, come le colonne ritrovate nella baia di Guidaloca, risalenti al II secolo a.C. (visibili nel percorso archeologico sommerso dei faraglioni) e l’antica Tonnara. Secondo la ricerca, la mitologica città di Cetaria, così chiamata per la ricchezza di tonni presenti in queste acque, sorgeva proprio dove si trova la Tonnara. La Tonnara era probabilmente l’antico porto della città, protetto dai venti, eccezion fatta per il levante e il grecale.
Questa teoria è supportata dalla presenza di ceramiche e anfore d’origine africana, punica e greca sui fondali antistanti la tonnara. Tuttavia, non esistono fonti affidabili sulla scomparsa della città di Cetaria. Alcuni sostengono che sia stata distrutta dagli arabi nel 827 d.C., mentre altri credono che sia stata colpita da un terremoto e un maremoto che hanno cancellato quasi ogni traccia.
Il nome di Scopello appare per la prima volta in lingua greca nel 1097. Dopo la dominazione greca, il villaggio subì la dominazione romana e successivamente quella normanna. Durante quest’ultima venne costruito il baglio. Nel XIII secolo, l’imperatore Federico II di Svevia donò Scopello ai Lombardi e al Piemontese Oddone di Camerana. In seguito, il villaggio diventò un feudo della città di Monte San Giuliano, oggi conosciuta come Erice.
Consigli
Gita fuori porta da effettuare in giornata.
Durata della visita: Variabile, una giornata circa.

